Gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e quello che avevano insegnato. Ed egli disse loro: “Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po’”. Erano infatti molti quelli che andavano e venivano e non avevano neanche il tempo di mangiare. Allora andarono con la barca verso un luogo deserto, in disparte. Molti però li videro partire e capirono, e da tutte le città accorsero là a piedi e li precedettero.
Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose. (Mc 6, 30-34)
I cristiani, che amano la solitudine, sanno riposarsi concentrandosi sul mare della misericordia di Dio. In natura si lotta per sopravvivere. Le piante più vigorose adombrano le deboli, le bestie si divorano fra loro. A volte gli uomini non sono molto diversi. C’è un proverbio tedesco che dice: sarai incudine o martello, o batterai gli altri o gli altri batteranno te. Ma osserviamo anche il contrario. Un ubriaco cade per terra. Beh, se l’è voluta. Passa un uomo e gli dà una mano per rialzarsi. Sente compassione per lui. “Compassione” è una bella parola, significa soffrire insieme, patire in comune, sentire il dolore dell’altro come se fosse il mio. Secondo Solov’ev questo sentimento è la prima manifestazione della vita religiosa, quello che ci fa simili a Dio, che ebbe compassione per noi e diede il proprio figlio per la nostra salvezza (Gv 3, 16).
La compassione per gli altri ha spinto molti santi che cercavano Dio nella solitudine a ritornare nella società e lavorare per gli altri. E, notiamo questo particolare “sceso dalla barca” – l’evangelista avrebbe dovuto scrivere ‘scesero dalla barca’. No, i discepoli rimangono sulla barca, Gesù li distanzia dalla folla. “Gesù vide una gran folla ed ebbe compassione”. Questo ‘avere compassione’ è un termine tecnico dell’Antico Testamento e anche del Nuovo che è adoperato esclusivamente per Dio. Gli uomini hanno misericordia, ma è solo Dio che ha compassione. La ‘compassione’ non è un sentimento, ma un’azione divina con la quale si restituisce vita a chi vita non ce l’ha. Il Battesimo rende ogni anima capace di compassione, cioè autentica condivisione dei sentimenti del cuore, guidati, governati e risolti nella sapienza della croce. Qui si compie l’esortazione di Isaia: “Consolate, consolate il mio popolo” (Is 40, 1).
(cfr T. Spidlik – Il vangelo di ogni giorno – Vol III – Ed Lipa – Roma 2006 – p. 65-67)