Tutta la Trinità si è data appuntamento

Mercoledì 21 agosto 2024. Che cosa dice il battesimo di Cristo nel Giordano sul nostro stesso battesimo. E nella festa di san Pio X il Papa ne ricorda soprattutto il Catechismo

di Michele Brambilla

Nell’udienza del 21 agosto, Papa Francesco specifica che «oggi riflettiamo sullo Spirito Santo che viene su Gesù nel battesimo del Giordano e da Lui si diffonde nel suo corpo che è la Chiesa». Il Papa commenta che «tutta la Trinità si è data appuntamento, in quel momento, sulle rive del Giordano! C’è il Padre che si fa presente con la sua voce; c’è lo Spirito Santo che scende su Gesù in forma di colomba e c’è colui che il Padre proclama suo Figlio amato, Gesù».

Il battesimo nel Giordano è anche, per il Messia, un’unzione sacrale. Infatti «Gesù era pieno di Spirito Santo fin dal primo istante della sua Incarnazione. Quella però era una “grazia personale”, incomunicabile; ora, invece, con questa unzione, riceve la pienezza del dono dello Spirito ma per la sua missione che, come capo, comunicherà al suo corpo che è la Chiesa, e a ognuno di noi. Per questo la Chiesa è il nuovo “popolo regale, popolo profetico, popolo sacerdotale”».

Francesco evidenzia che «c’è un Salmo della Bibbia che parla di un olio profumato, versato sul capo del sommo sacerdote Aronne e che scende fino all’orlo della sua veste (cfr Sal 133,2). Questa immagine poetica dell’olio che scende, usata per descrivere la felicità del vivere insieme come fratelli, è diventata realtà spirituale e realtà mistica in Cristo e nella Chiesa», che è tanto più testimone del suo Signore quanto più è visibile la comunione all’interno del corpo ecclesiale. Non a caso «nella Messa del Giovedì Santo, consacrando l’olio detto “Crisma”, il vescovo, riferendosi a coloro che riceveranno l’unzione nel Battesimo e nella Confermazione, dice così: “Questa unzione li penetri e li santifichi, perché, liberati dalla nativa corruzione e consacrati tempio della sua gloria, spandano il profumo di una vita santa”. È un’applicazione che risale a San Paolo, che ai Corinzi scrive: “Noi siamo infatti, dinanzi a Dio, il profumo di Cristo” (2 Cor 2,15)».

«Sappiamo che, purtroppo, a volte i cristiani non diffondono il profumo di Cristo, ma il cattivo odore del proprio peccato», riconosce il Pontefice con amarezza. Di solito a condurci a perdizione è l’appetito delle cose materiali: i beni intermedi diventano per noi un assoluto («il diavolo entra dalle tasche – state attenti», insiste infatti il Papa). La brama, solleticando il solipsismo della tentazione primigenia, ci conduce inevitabilmente a voler prevaricare i fratelli. «E questo, tuttavia, non deve distoglierci dall’impegno di realizzare, per quanto possiamo e ognuno nel proprio ambiente, questa vocazione sublime di essere il buon odore di Cristo nel mondo. Il profumo di Cristo si sprigiona dai “frutti dello Spirito”, che sono “amore, gioia, pace, magnanimità, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé” (Gal 5,22)», elenca Francesco. 

Il Santo Padre ritiene molto significativo che «oggi, commemorazione di San Pio X, in tante parti del mondo si celebra il giorno del catechista. Pensiamo ai nostri catechisti e alle nostre catechiste che portano avanti tanto lavoro e, in alcune parti del mondo, sono i primi a portare avanti la fede». Cogliendo così la centralità del Catechismo nel ministero del grande predecessore, «sull’esempio del Santo Pontefice Pio X vi incoraggio ad aderire a Cristo con l’ascolto della sua Parola e con la testimonianza delle buone opere». 

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