In quel tempo, Gesù se ne andava per città e villaggi, predicando e annunciando la buona notizia del regno di Dio. C’erano con lui i Dodici e alcune donne che erano state guarite da spiriti cattivi e da infermità: Maria, chiamata Maddalena, dalla quale erano usciti sette demòni; Giovanna, moglie di Cuza, amministratore di Erode; Susanna e molte altre, che li servivano con i loro beni. (Lc 8, 1-3)
In questo brano possiamo osservare la premura dell’evangelista Luca nell’ evidenziare la grande novità dell’atteggiamento del Signore Gesù verso le donne. Luca era un medico e fu molto sensibile verso i malati, i sofferenti, i deboli ed è il più attento alla figura di Maria e alla condizione femminile. Il brano precedente a questo, è quello della peccatrice perdonata. Gregorio Magno, commentando questa scena, ha scritto: “Tutti i suoi strumenti di peccato: gli occhi, i capelli, le labbra, i profumi, tutto ciò diventa oggetto di offerta. Tutto quello che era stato mediante il peccato disprezzo di Dio, diventa per mezzo della penitenza servizio di Dio”. Ma è il perdono a suscitare i suoi gesti – esuberanza un po’ folle – di versare olio molto prezioso sui piedi di Gesù e asciugare le lacrime con i suoi capelli. E’ un atteggiamento esplosivo per la cultura del tempo, che vedeva Gesù semplicemente a contatto con una prostituta! Gesù accetta questo affettuoso ringraziamento.
Non è l’amore della donna a suscitare il perdono, ma è il perdono a generare amore nel suo cuore. La prostituta, in altre parole, viene da Gesù non per chiedere il perdono dei suoi peccati, ma per ringraziarlo di un perdono meraviglioso e immeritato che ha cambiato la sua vita. Poi questo brano parla esplicitamente di altre donne, che seguivano e assistevano il gruppo dei discepoli con i loro beni. Tanta generosità si spiega perché queste donne hanno conosciuto la gioia del perdono. Se si pensa alla condizione della donna al tempo di Cristo, questo fatto risulta addirittura stravolgente.
Le donne non avevano quasi nessuno spazio nell’ambito religioso. Non potevano stare nella sinagoga con gli uomini, (comparve poi una balconata detta gineceo, sopra elevata alla platea dove sedevano gli uomini, che accoglieva le donne) ed erano escluse dalle cerimonie religiose. In pratica trattavano con Dio solo per interposta persona, tramite il marito. Soltanto in seno alle mura domestiche, la condizione femminile si differenziava fortemente rispetto alle culture antiche pagane del “padre padrone”. Gesù invece le tratta al pari dei suoi discepoli uomini. Anzi, mentre spesso riprende questi ultimi, mai si legge una parola dura rivolta ad una donna.
Questo gruppo di donne che si sono fatte nomadi con Gesù, accompagnandolo nel suo itinerario di predicazione in Israele, furono le gioiose testimoni della buona notizia di un Dio che perdona e annulla tutti i nostri peccati.